È il primo del genere in Italia e raccoglie archivi privati oltre che documenti e memorabilia dell’800 e ‘900.
L’omeopatia è sempre stata a metà strada tra la medicina e la filosofia new age. Ora diventa finalmente realtà. È stato appena inaugurato a Roma il primo museo dell’omeopatia, nato grazie ad un progetto del professor Antonio Negro, illustre fondatore dell’Accademia Italiana di Omeopatia e leader dell’Omeopatia moderna, scomparso tre anni fa. In pieno centro, a Piazza Navona 95, avrà sede la prestigiosa accademia, proprio nei locali dove l’Accademia italiana di medicina omeopatica (Aimo) ha svolto per ben 50 anni la sua attività. Unico del suo genere in Italia, un museo simile in Europa esiste solo a Stoccarda, all’Istituto di storia della medicina – Fondazione Bosch, che conserva le opere manoscritte di Samuele Hahnemann (1753 – 1834), padre dell’omeopatia.
Il museo espone materiale di grande interesse storico e gode della promozione del Ministero dei beni culturali. Raccoglie infatti archivi privati di medici omeopatici del secolo scorso e più recenti, come l’Archivio Pompilj, Tosi, Galatzer e da ultimo anche Negro, che nell’arco degli anni sono stati donati o affidati. Conserva inoltre una ricca raccolta di memorabilia e documenti sulla medicina omeopatica dell’800 e del ‘900. Il nuovo museo della capitale sarà aperto gratuitamente al pubblico. Si potrà inoltre visitare e consultare i testi della biblioteca del Museo, che comprende una ricca collezione di volumi di Omeopatia e la collezione di Kit o Trousse di medicinali alternativi. In Italia, 8 mln di persone adottano questo tipo di terapie naturali. Un dato sempre più in crescita.
di Barbara Millucci
Fonti: www.iodonna.it