Grazie alla destinazione del 5 x mille dell’ IRPEF da parte dei sostenitori del Museo dell’Omeopatia, è stato possibile acquistare sul mercato francese di antiquariato una preziosa trousse realizzata per la Farmacia Weber di Parigi. Lo stile Napoleone III del contenitore, in legno di pero ebanizzato lucido, con intarsio in ottone dorato, rame, stagno e madreperla, alla maniera dell’ebanista André Charles Boulle, data la trousse alla metà dell’800. Al centro del coperchio, il profilo di Samuel Hahnemann e il motto: Similia similibus curantur. Ai lati, due maniglie per il trasporto, in bronzo dorato. Le grandi dimensioni (75 x 48 x 13 cm) e la finezza della realizzazione ne fanno un oggetto unico. La grande trousse contiene quattro cassetti e due ripiani nei quali dovevano essere ordinati centinaia di rimedi omeopatici, purtroppo mancanti. All’interno permangono tracce di un rivestimento in tessuto cartonato rosso. Una placca in ottone, sul frontale della scatola, reca l’indirizzo: G. Weber, Pharmacist en 8 rue des Capucines, Paris.
La storia della farmacia Weber ha inizio nel 1835 quando il primo proprietario, Johnston, allestì un deposito completo di rimedi omeopatici, prodotti in tutte le diluizioni, a disposizione della nuova clientela e dei più noti omeopati di Parigi (Croserio, Curie, Simon). Preparatore dei rimedi era il farmacista Georges P.F. Weber. La farmacia, trasferita per un breve periodo a Rue de la Paix, tornò nel 1839 nella sede originale di 8 Rue de Capucins, nel cuore di Parigi, sotto la direzione dello stesso Weber, che la trasformò nel 1844 in una farmacia omeopatica specializzata (Pharmacie Homeopathique Spèciale). La farmacia è tuttora in attività.
La trousse, che proviene dalla famiglia Weber, va ad arricchire la collezione del Museo, che già conserva altre farmacie portatili Weber.
Destinando il 5 x mille del proprio IRPEF nella dichiarazione dei redditi ( inserendo il Codice Fiscale della “ Fondazione Negro per l’Omeopatia – Roma ONLUS” – 97871960585 nello spazio dedicato a “Sostegno del Volontariato e delle altre Organizzazioni non lucrative di utilità sociale etc….”), il Museo potrà continuare ad acquisire altre importanti testimonianze di storia dell’omeopatia.